Distruggete questo tempio

Commento al Vangelo di Domenica 3 Marzo 2024

Notizia pubblicata il 03/03/2024

“Distruggete queste tempio” dice provocatoriamente Gesù nella pagina del Vangelo di oggi, “e in tre giorni lo farò risorgere”. Tutti pensavano al Tempio di Gerusalemme dove Gesù aveva appena compiuto il profetico gesto della cacciata dei mercanti con i loro commerci mescolati di liturgia e religiosità, ma l’evangelista Giovanni precisa che si trattava invece del tempio del suo corpo. Effettivamente ci proveranno sul serio a distruggerlo, e per tre giorni penseranno anche di esserci riusciti, ma Gesù mantiene la parola, e mostra loro che ciò che è fondato sull’Amore non può mai essere distrutto. Da distruggere invece è l’idea sbagliata che abbiamo di Dio, che abbiamo ridotto a Qualcuno che possiamo comprare con sacrifici, offerte o altro. L’amore che si compra ha un nome preciso: prostituzione. Se vuoi comprare l’amore di Dio allora stai trattando Dio come una prostituta. Ma Dio non è acquistabile, Dio è gratuito così come lo è ogni amore vero. Tutta l’opera di Gesù è insegnarci questa verità, e non a caso questo brano lo si trova all’inizio del Vangelo. A causa di quest’opera di cambiamento che Gesù vorrà fare, alla fine verrà ucciso. Il mondo non sopporta che esista un Dio diverso da come ce lo immaginiamo. Ma il nostro Dio è il Dio di Gesù Cristo, quello che Egli è venuto ad annunciarci. E questo Dio non vuole sacrifici perché ha deciso Lui di sacrificarsi per noi. Non vuole il possesso perché ama il dono. Non vuole la condanna, ma il perdono. Non vuole la schiavitù, ma la libertà. Non vuole servi, ma figli. Non vuole la morte, ma la vita. È un Dio al rovescio, ma a differenza di tutte le altre immagini di dio che ci costruiamo, il Dio di Gesù è un di vivo e vero, e la prova è proprio la vicenda di Gesù stesso. Infatti è prevedibile il destino di morte a cui egli va incontro, ma è inimmaginabile la sua resurrezione. Essa è la prova che Dio esiste e non era come lo avevamo immaginato. Credere è anche accettare di cambiare l’immaginario. Non si può fare Pasqua senza questo cambiamento. Non si può capire il Vangelo avendo in testa un’immagine di Dio distorta. “Vino nuovo, in otri nuovi”.

Don Luigi Maria Epicoco