Commento al Vangelo di Domenica 13 novembre 2022
Notizia pubblicata il 12/11/2022

“Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né
germoglio” (MI 3,19).
L'amore di Dio è come il fuoco. Brucia fino a non lasciare scorie, purifica il cuore dell'uomo, consumando ogni impurità, non lasciando germoglio o radice di male. Chi può stare in questo fuoco senza bruciarsi? Ognuno ha le proprie oscurità.
"Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia" (MI 3,20). Chi teme il Signore. L'amore di Dio si rivela come condanna per i superbi, per coloro che pensano di essere a posto. Per coloro che confidano nella sua misericordia invece sarà come i raggi del sole in una tersa giornata d'inverno, perché la giustizia sarà misericordia.
"Prima di tutto questo metteranno le mani su di voi" (Lc 21,12). Siamo portati a cercare il Signore in grandi eventi, in cose straordinarie, a guardare in casa degli altri. Invece il Signore ci rivela quale sia il luogo dove cercarlo. È da noi che dobbiamo partire, è il nostro cuore che il luogo in cui il Signore vuole rivelarsi.
"Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta" (Lc 21,6). Il discorso in cui Gesù si inserisce fa riferimento al tempio di Gerusalemme. Eppure nelle parole di Gesù c’è sempre un significato più profondo. Il tempio è il luogo in cui il popolo ebraico adorava Dio. L’Incarnazione del Signore ci rivela un luogo più sacro del tempio: l’uomo. Il Signore ci invita a lasciar cadere quelle pietre che appesantiscono la nostra adesione al suo amore, lasciar morire il nostro io ingombrante.
I primi contro i quali il mondo si scaglierà saremo noi, perché avremo accolto il Cristo, perché somiglieremo a Lui. Il tempio di Dio è l'uomo conquistato dal suo amore, tempio dello Spirito. Di questo possiamo esserne certi, "il discepolo non è più del maestro" (Mt 10,24).
Quali resistenze riconosco in me rispetto a ciò che il Signore mi chiede? Quali radici di male il Signore vuole purificare?
Don Francesco