Il peggio e il meglio di noi passa attraverso il cuore

Commento al Vangelo di Domenica 1 Settembre 2024

Notizia pubblicata il 01/09/2024

I riti ci servono per tanti motivi, non per ultimo ci servono per governare un po’ le nostre paure, insicurezze e nevrosi. Ma trasformare la fede in Dio in un rito è un po’ come usare la chiavi di una Ferrari per aprire solo una birra. La religione non può servire solo per tenere a bada le ataviche paure che ci portiamo dentro. Credo che questo sia l’invito di Gesù nel Vangelo di oggi, capire cioè che ci salviamo non per correttezza di riti ma per correttezza di cuore:

Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”(…) “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.

Ma si sa che è più facile prendersela con un rito mal fatto che con la mia libertà che non funziona. Facciamo dipendere troppo la nostra vita da ciò che c’è fuori di noi. Pensiamo che il bene o il male facciano accesso a noi attraverso le circostanze. Se siamo felici attribuiamo questo a qualcosa che ci è accaduto, se siamo infelici ugualmente troviamo un capro espiatorio fuori di noi. Gesù dice che il luogo in cui si decide la vita non è fuori di noi, ma dentro di noi, ed esso è il cuore:

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e noi potremmo aggiungere anche i propositi di bene. Il peggio e il meglio di noi passa attraverso il cuore. L’igiene che dovremmo riservare ad esso dovrebbe essere la nostra occupazione più importante.

Il problema però è che il cuore è il motore della vita, e irrora la nostra esistenza di tutto ciò che ha dentro. Se nel cuore abbiamo rancore allora quel rancore si sparge su tutto ciò che siamo e che facciamo. Se nel cuore c’è dolore tutto quel dolore si sparge su tutto ciò che siamo e che facciamo. Se nel cuore c’è luce tutta quella luce si sparge su tutto ciò che siamo e che facciamo.

La vita spirituale è permettere allo Spirito di abitare nel nostro cuore fino a disintossicarlo da tutto ciò che di negativo lo abita e quindi di conseguenza avvelena la nostra esistenza. Questo significa che non possiamo più “subire” il cuore, ma che dobbiamo imparare a “scegliere” ciò che deve o non deve starci dentro.

Come si fa? Questa è una bella domanda da prendere sul serio.

Don Luigi Maria Epicoco