Commento al Vangelo di Domenica 16 ottobre 2022
Notizia pubblicata il 16/10/2022

“Ma mentre in un luogo si dice: Quando pregate non usate molte parole, in un altro si dice: Chiedete e vi sarà dato[...], in altro luogo troviamo le parole del Signore: bisogna pregare sempre senza venir mai meno. Ma se dobbiamo pregare sempre, perché dice di non usare molte parole nella preghiera?”(Agostino, sermo 80,2).
Agostino stuzzica i fedeli con queste domande e poi aggiunge: perché pregare il Signore se Lui sa già ciò di cui abbiamo bisogno prima ancora che lo domandiamo? Perché tu sai cosa desideri, ma Lui sa cosa ti giova è la sua risposta. La parabola del giudice e della vedova non vuole certamente insegnare ad essere insistenti per ottenere semplicemente ciò che
vogliamo (noi).
La vedova era nel giusto, ha chiesto giustizia e il giudice, per quanto svogliatamente, le ha concesso ciò che era lecito. Ma se fosse stato importunato per ottenere qualche vantaggio non dovuto, probabilmente la reazione sarebbe stata di altro tenore. “Io vi dico che farà loro giustizia prontamente”.
Dio non è il tipo da disinteressarsi dei suoi figli “che gridano giorno e notte verso di lui” e la nostra preghiera viene sempre ascoltata, ma, dice Agostino, a volte intendiamo la preghiera come un modo per metterci direttamente al posto del giudice per decidere da noi cosa ottenere scambiando il desiderio con il bene.
A pensarci, è più facile ricorrere alla preghiera quando le situazioni vanno di male in peggio e noi ci sentiamo impotenti. Cerchiamo allora qualcuno “più potente” cui comandare di risolvere le questioni. Questo è il nostro desiderio malato, quello che ci riporta al peccato originale di volerci sostituire al Padre.
In alcune occasioni dovremmo trovare il tempo di fermarci e riconoscere che noi stessi siamo parte del problema, smettere di vedere le pagliuzze nell’occhio dell’altro e lavorare sul nostro trave.
C’è molto su cui lavorare, è necessaria una vita, ed è qui che entra in gioco il pregare sempre, con costanza. Costanza sì, ma senza troppe parole. Si dice che Dio abbia creato l’uomo con due orecchie e una bocca perché parli meno e ascolti di più.
Pregare è anzitutto ascoltare la Parola di Dio su di noi, sulla nostra vita, perché maturi e porti frutto. Se vogliamo partire per cambiare il mondo dobbiamo lasciare che la preghiera assolva al suo compito di cambiare anzitutto noi stessi.
Massimo Burato (da “La Libertà” del 12 ottobre 2022)